Ed ecco perché qualcuno si adopra ogni anno a mantenere vivi quei numeri rossi su fondo bianco, anche laddove non sembrano avere un senso… Perché dove c’era una porta, potrà tornare a esistere una porta. Perché dove vi era un passaggio, potrà tornare a esserci un passaggio. Una nuova entrata, una nuova uscita.
E così Venezia torna a essere viva, e questa danza di varchi che si aprono, si chiudono, si riaprono magari diversi, sembrano donare alla città il ritmo proprio di un respiro. E quando una città respira, significa che è viva.
Sono varchi per l’altrove, perché non sappiamo, ad oggi, dove e come si apriranno. Ma possiamo sognarli, progettarli, fantasticarli.

Cos’è alla base dell’anima di una città? Sono i suoi abitanti. E le loro abitazioni. È semplice e condivisibile.
Ecco quindi che se Venezia è unica, lo è perchè uniche sono le persone che l’hanno scelta – resistendo alle volte strenuamente – come propria dimora o luogo di lavoro. Per un’ora, per qualche giorno, per qualche tempo, per tutta la vita. Ma per dimostrare che VENEZIA – prima di essere “la città più bella del mondo”, la “città d’arte per eccellenza”.. – è di fatto una CITTÀ, dobbiamo partire dalla sua onformazione.
Tutti sanno della divisione di Venezia in Sestieri, questo affascinante insieme di isole e ponti che vedono ergersi, trasudanti di storia e racconti, edifici così caratteristici, gravidi di altrettanto unici caratteri tipologici. Ogni sestiere (come dichiarato all’”inizio” di ognuno) ha al suo “interno” un determinato numero di NUMERI CIVICI (generalmente dal n.1 al n.6000 circa). La particolarità è che questi sono, e non potranno mai essere aumentati (pensiamo solo alla confermazione di “isola”). La cosa particolare è che non possono nemmeno essere SPOSTATI o addirittura CANCELLATI (pena l’impossibilità – un domani – di recuperarli).

Passeggiando quindi per Venezia, con questo nuovo input nella mente, non sarà difficile direzionare la nostra attenzione verso questa meraviglia: NUMERI CIVICI che – direttamente dal passato – segnalano vecchi ingressi, porte, corti interne, passaggi.. ora scomparsi, ma che resistono strenuamente confidando in un futuro che potrà – chissà – ritornare alle origini..
Ma ad oggi? ..numeri bizzarri compaiono nelle posizioni e nei modi più disparati e inconsueti.. su porte murate, agli angoli delle calli, sopra finestre o nascosti tra colonne e pilastri.. mimetizzati tra arredi urbani, discreti sopra altre insegne, quasi invisibili, solitari o a gruppi anche numerosi..
Se poi pensiamo che il Comune investe nel mantenimento di TUTTI i CIVICI esistenti (annualmente vengono ripristinati e colorati, come i Nizioleti..) significa che un senso deve esserci..
Venezia storicamente crocevia di storie, di mestieri, di idee, viene raccontata in maniera silenziosa da questi segni.
Venezia è viva, e deve continuarlo ad esserlo grazie anche alle storie e alle suggestioni che possiamo riscoprire. O inventare, basandoci su fatti “possibili”.

Nato da un classico senza tempo (GUARDARE la Città per VEDERLA), la RACCOLTA di NUMERI CIVICI “FALSI” in sè non ha ETÀ; può appassionare e coinvolgere target diversissimi ed essere assolutamente INTERNAZIONALE avendo come vocabolario espressivo l’IMMAGINE (persone, luoghi, nomi..)
Il progetto quindi avrà un primo livello di INDAGINE URBANISTICA, raccogliendo e catalogando i numeri civici nel loro contesto attuale. Seguirà una RIFLESSIONE SOCIALE, mostrando luoghi e situazioni che spesso vengono by-passati se non addirittura dimenticati o disconosciuti.
In terza analisi si farà RIFLETTERE sull’importanza dell’ELEMENTO UMANO per la CRESCITA e lo SVILUPPO (e la sopravvivenza) di qualsiasi luogo. Ogni città nel mondo ha un suo status patriottico, che funge da stimolo per l’EVOLUZIONE: così anche Venezia deve mantenere la forza di voler crescere, e soprattutto deve partire dal suo INTERNO.
L’identificazione dei MODELLI DI RIFERIMENTO sposterà l’attenzione dagli stereotipi suggeriti a forza dai media mondiali ai REFERENTI LOCALI, con l’attenzione di rendere questi ultimi non immobili ed obsoleti, bensì attualissimi ed in continuo miglioramento.
Questo per un target più giovanile, ma anche tra quello più adulto.










con il contributo di
Dipartimento Culture del progetto
Università Iuav di Venezia
progetto di ricerca
Numerologia Veneziana è un progetto di
F. Berger, E. Giani (resp. scientifico)
con R. Milazzi (fotografie), F. Quaggio (ricerca bibliografica)
sviluppato nell’ambito delle attività del PRIN «SYLVA» (Unità di ricerca dell’Università Iuav di Venezia, coordinamento S. Marini),
PRIN «SYLVA. Ripensare la “selva”. Verso una nuova alleanza tra biologico e artefatto, natura e società, selvatichezza e umanità».
Call 2017, SH2. Unità di ricerca: Università degli Studi di Roma Tre (coordinamento), Università Iuav di Venezia, Università degli Studi di Genova, Università degli Studi di Padova.
Una sintesi di Numerologia Veneziana è pubblicata nel volume finale del Prin Venezia. Guida alla selva (a cura di S. Marini), Nero, Roma 2024.