La progettazione del nuovissimo MACC, Museo dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo esplora nuovi linguaggi compositivi e propone una nuova versione di Museo 2.0
“L’allestimento manda in soffitta l’idea polverosa del classico museo, per aprirsi a soluzioni sceniche e multimediali da lasciare a bocca aperta.”
Fin da subito gli spazi – concepiti e disegnati da Fabrizio Berger e Carlo Sordillo per Cieffe Studio di Venezia – si offrono al visitatore come luogo di esperienza. Superato il concetto di esposizione come mera presentazione di oggetti (spesso purtroppo troppo numerosi per una intuizione caotica), ci si affida ad una serie di suggestioni che stimolano la curiosità e offrono concetti e messaggi in maniera assolutamente naturale.
La visita infatti, grazie ad una sapiente miscela di tecnologia, di tradizione e di sperimentazione anche scenica, diventa un inedito che possiamo definire esperienza museale sensoriale.
Già dall’esterno si intuisce la novità: la sfida – trasformare luoghi abbastanza anonimi di provenienza ospedaliera – trasforma le colorazioni neutre in un portale senza tempo grazie ai colori pop di opere d’arte contemporanee, come le sculture luminose di Marco Lodola ; le stesse soluzioni “materiche” offrono una sensazione di futuro: un bancone circolare in acciaio spazzolato sembra galleggiare nello spazio, mentre il logo del MACC brilla e si rispecchia nella resina color ghiaccio impreziosita da pigmenti metallici.
Dalla pace e dal quasi impalpabile ingresso il visitatore è invitato a soffermarsi per qualche istante nella pace zen del “luogo sacro”, non Sacrario a memoria dei defunti ma un vero e proprio spazio di contemplazione e stasi, dove il monumento ALIUS ET IDEM di Fabrizio Berger racconta per emozioni la genesi dell’Accademia.

Il percorso museale si trasforma quando, già dalla prima sala, si intuisce la forza del progetto: scrivono infatti le testate giornalistiche “L’allestimento manda in soffitta l’idea polverosa del classico museo, per aprirsi a soluzioni sceniche e multimediali da lasciare a bocca aperta“. I muri perimetrali perdono il loro peso e la loro matericità grazie alla tinta scura di pareti e soffitti, la luce è soppesata in maniera precisa e lascia spazio a penombre di rara emozione. L’esposizione segue un nuovo concetto propositivo, poche informazioni restano indelebili. I sensi del visitatore rimangono costantemente colpiti: teche con preziosi cimeli, illuminati in maniera mirata ad esaltarne la preziosità, e schermi anche interattivi raccontano per immagini e suoni la storia e il futuro. E nel volgersi in ogni ambiente, un magistrale colpo di teatro rapisce lo sguardo attraverso le enormi tele dell’artista Vittorio Bustaffa, che completano il racconto storico attraverso la meraviglia del colore.
Via via che il viaggio immersivo prosegue, la visita si fa sempre più contemporanea, attraverso teche retroilluminate con testimonianze fotografiche, fino a giungere ad ambienti completamente immersivi che ripropongono, attraverso la realtà aumentata, vere e proprie esperienze 3d.









Dicono di noi:
Il progetto degli architetti veneziani Carlo Sordillo e Fabrizio Berger vuole proporre il Museo come un luogo aperto al pubblico, permeabile ed inclusivo, che conserverà ed esporrà il patrimonio della Guardia di Finanza, dell’Accademia e della città che lo ospita, offrendo alla collettività esperienze diversificate per l’educazione e la riflessione collettiva.
Il MACC volge lo sguardo anche alla contemporaneità, grazie alle opere dell’artista di fama internazionale Marco Lodola, le cui sculture luminose impreziosiscono l’ingresso del Museo, e alle illustrazioni pittoriche a tutta parete di Vittorio Bustaffa, che consentono al visitatore di “immergersi” nel racconto delle sale espositive.
L’allestimento manda in soffitta l’idea polverosa del classico museo, per aprirsi a soluzioni sceniche e multimediali da lasciare a bocca aperta. Per dire: siete mai saliti su un elicottero della GdF in volo su Bergamo? Lo potrete fare proprio in una delle tante sale del MACC grazie a una spettacolare tecnologia di ripresa a 360 gradi utilizzabile con uno speciale visore «VR» di Lorenzo Calgaro che, dallo scalo di Orio al Serio, vi farà sorvolare tutta la città proprio come se foste seduti accanto al pilota. Ma dalle divise di ogni epoca ai cimeli (come una vecchia bici-della Bianchi di cui si servivano i finanzieri nei tempi andati), perfino alla ricostruzione tridimensionale di oggetti e capi di abbigliamento, per finire con un’infinità di monitor su cui scorrono eventi, giuramenti e ricostruzioni di imprese storiche belliche, nel viaggio museale del MACC si legge in filigrana una ricerca del dettaglio e della storia accuratissima.